IL CIELO È NERO SOPRA ACQUALAGNA: I ROSSI PERDONO 6-3
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E pensare che questa partita non se la filava quasi nessuno. Ad Acqualagna va in scena una sfida combattuta ed avvincente, un vero toccasana dopo lo scempio della Nazionale di Conte, timida ed impacciata in Bulgaria. D'accordo, non stiamo parlando di calcio a 11, ma di calcio a 7, almeno sulla carta, perché poi in campo se ne presentano 6 da una parte e 4 dall'altra (stavolta Castellacci sembra esente da colpe); non abbiamo di fronte Buffon o Del Piero ma la sfida è onesta e gradevole; non arbitra Rizzoli, ma Michele Benedetti dirige la gara in maniera eccellente. Il pallone, però, quello c'è, ed è sempre rotondo (poco importa se in realtà è sferico). Sarebbe la squadra rossa ad avere i favori del pronostico, tuttavia fin dal calcio d'inizio si intuisce che non sarà una passeggiata per la formazione trascinata da Mangani, poiché Marini è sugli scudi ed incede con un bel po' di grazia che manco il miglior Reus... Ad inizio gara sono i rossi a mostrare un buon gioco e ad interpretare la gara in maniera vincente: squadra compatta e coesa, pressing sugli avversari e padronanza del campo assoluta (memori, forse, del famoso detto del Barone Liedholm «A calcio si gioca meglio in 10»), difesa attenta e collaborativa, che dà slancio e palloni ad un attacco che sa rendersi pericoloso con una fitta trama di passaggi, volti ad aggirare la marcatura asfissiante di un onnipresente Saraga.
È così che i Rossi vanno meritatamente in vantaggio, sfruttando una colpevole indecisione della difesa avversaria, rea di aver lasciato troppo spazio, per ben due volte, alla fantasia di uno scatenato Mangani. La partita, quella vera, comincia adesso. I neri si scuotono e con uno scatto d'orgoglio si riversano nell'area nemica, mostrando muscoli e cervello. Mangani e Akimi, giocatori votati all'attacco ed al contropiede, soffrono la fisicità di Saraga e compagni, che pervengono con due reti da manuale all’ insperato pareggio, ribaltando così il risultato nel finale della prima frazione di gioco, tutt'altro che avaro di emozioni. Dopo un breve riposo, Benedetti fa riprendere le ostilità e, a partire subito in attacco sono i rossi, che sperano di portare a casa il risultato pieno, ma si sbilanciano in avanti e lasciano indebolita una difesa un po’ troppo sfilacciata; con un fantasista come Marini in campo, però, è un attimo: uno splendido cucchiaio al fulmicotone da metà campo si infila in porta, accarezzandone il palo, manda in visibilio il pubblico (ben 15 persone assiepate intorno al “terreno” di gioco). I Rossi provano ad affacciarsi nell'area avversaria ma, eccezion fatta per qualche sgroppata del solito Mangani, non impensieriscono i Neri, i quali controllano il match senza patemi e sembrano chiudere la partita con una prodezza di Chiarucci e un bel gol di Smacchiai. Partita chiusa. O quasi. I Rossi, non avendo più nulla da perdere, si giocano il tutto per tutto e si sbilanciano alla ricerca delle marcature che avrebbero riaperto i giochi. Marcatura che arriverà, grazie al tocco, sotto porta, di Akimi che infila il terzo gol per la propria squadra. Ma, il capitano dei Neri, Saraga, il migliore in campo, tenta l’affondo personale e sul limitare del tempo di gioco, insacca il gol che ha cercato e meritato di segnare, quello che sancisce il successo dei Neri al definitivo 6-3. Certo, il risultato è bugiardo, il passivo è troppo pesante, i Neri però hanno dimostrato di essere più sladinati degli avversari, la cui manovra è stata fin troppo macchinosa e poco audace. Non sfruttare la superiorità numerica è, al di là dei meriti indiscutibili degli avversari, pur sempre un errore.
Acqualagna, che ieri pomeriggio era inondata da un sole caldo e luminoso, torna così a respirare l'aria di un discreto calcio, concreto e spettacolare al contempo, fatto di scugnizzi e facce pulite, della spensieratezza che l'attività professionistica non contempla più. Una bella risposta alla crisi che sta vivendo il nostro calcio, alla ricerca di risposte sugli oriundi in Nazionale e sul conclamato sprofondo rosso del Parma!
Chissà che Conte o chi per lui non convochi in futuro proprio uno dei nostri ragazzi, così geniali e leali, così convinti della giustezza che il gioco del pallone sia una grande opportunità… soprattutto di divertimento.